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ADRIANO E ATENE

Dialogo con un mondo ideale

Occasione per l’organizzazione della mostra è stato il compimento di 1.900 anni dall’inizio del principato dell’imperatore romano (117-138 d.C.). Erudito e profondamente filelleno, Publius Aelius Traianus Hadrianus divenne molto presto partecipe della cultura ellenica, sostenne il movimento intellettuale della Seconda Sofistica e acquisì forti legami con Atene, che volle adornare di splendidi edifici.

Obiettivo della mostra è quello di presentare il filellenismo di Adriano e di sottolineare l’importanza e il peso, che la sua eredità continua ad avere fino ad oggi. Promuovendo l’osmosi dell’intellighenzia greca con la tradizione romana, Adriano contribuì in maniera decisiva alla formazione di una comune base culturale, che rappresentò uno dei più sostanziali elementi della cultura occidentale.

Un mondo ideale prende vita davanti a noi

Importanti intellettuali dell’antichità prendono parte a un immaginario dialogo filosofico. Adriano conversa con il filosofo epicureo Metrodoro, con due grandi rappresentanti della Seconda Sofistica, Antonio Polemone ed Erode Attico, e con Marco Aurelio, imperatore romano e filosofo stoico, che scrisse le sue riflessioni in lingua greca.

Platone e Aristotele rivelano la loro presenza in questo incontro immaginario, in quanto simboli diacronici del pensiero filosofico greco antico. Nell’uditorio, concentrati nell’ascolto degli interlocutori, i cosmeti, i funzionari ateniesi del Ginnasio Diogeneion, che hanno la responsabilità dell’istruzione degli epheboi e sono depositari della paideia ellenica tradizionale nel periodo imperiale.

L’immagine del paesaggio con gli ulivi alle spalle dell’adunanza dei cosmeti fa rivivere l’ambiente naturale dell’Accademia, lì dove oltre all’omonimo Ginnasio c’era anche la scuola filosofica di Platone, attiva fino al 529 d.C., quando tacque definitivamente con un decreto di Giustiniano.

Un dialogo simbolico

Cosmeti ed efebi: Una concentrazione allegorica

I più alti funzionari nei ginnasi ateniesi, con mandato annuale, sono i cosmeti. Responsabili esclusivi della gestione amministrativa ed economica dei ginnasi, hanno cura allo stesso tempo della formazione degli efebi. Preparano il programma degli insegnamenti, nominano docenti, organizzano giochi nell’ambito di feste religiose e vigilano sui progressi degli studenti, mentre al termine del loro mandato depositano un rendiconto alla Boule. Atene, con una decisione congiunta dell’assemblea del Demos, della Boule e dell’Areopago, onorava il loro operato erigendo nei ginnasi erme iscritte con i loro ritratti.

I Ginnasi

Luoghi della formazione fisica e spirituale dei giovani

I ginnasi rappresentano dal VI sec. a.C. gli spazi per eccellenza per la preparazione atletica dei giovani. Dal V sec. a.C. l’esercizio fisico si combina con la formazione spirituale, al fine di una armoniosa integrazione dei giovani nella morale socio-politica e religiosa della città. Nel periodo romano il sistema educativo dei ginnasi si concentra sulla cura dello spirito, mentre si ridimensiona lo spazio dedicato all’esercizio fisico. Già dalla metà del II sec. a.C. sono incluse nel programma formativo lezioni di retorica, filosofia, ma anche di altre scienze, come quella medica, la fisica e l’astronomia, che portarono alla trasformazione dei ginnasi in centri d’istruzione con spazi per l’insegnamento, sale per conferenze e anche biblioteche. Filosofi e retori trovano nei ginnasi il loro uditorio e il loro ambiente naturale. I tre tradizionali ginnasi dell’antica Atene, quelli dell’Accademia, del Liceo e del Cinosarge, erano impiantati in boschetti naturali al di fuori delle mura. Alla fine del III sec. a.C. o agli inizi del II sec. a.C. due ulteriori ginnasi, il Diogeneion e lo Ptolemaion, vengono fondati nel cuore della città antica.

La mostra è stata organizzata dal Museo Archeologico Nazionale in collaborazione con la Scuola Archeologica Italiana di Atene ed è presentata dal 28.11.2017 nella sala 31a delle sculture romane.

Il catalogo della mostra


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